sabato 23 ottobre 2010

Egitto, terra dei Faraoni e delle piramidi

Erano anni che lo sognavo, sin da quando ero bambino! L’Egitto, una delle terre più affascinanti e misteriose del pianeta. Avevo letto tantissimi libri, visto tantissimi documentari, visitato il museo egizio di Torino, il British Museum…ma nulla è paragonabile a quello che si vive lì, in prima persona. Non vedevo davvero l’ora di navigare su quel fantastico fiume, unico al mondo: il Nilo. Non c’è modo migliore per poter visitare e godere appieno i grandi monumenti egizi e l’ambiente che li circonda.

La crociera sul Nilo è durata 8 giorni, e l’ho fatta in luglio (scelta sbagliata, troppo caldo!!). Partenza da Malpensa al mattino e arrivo nel primo pomeriggio a Luxor. Arrivati a Luxor, abbandonate in fretta le valige, la guida ci ha portato subito a visitare il famoso tempio di Luxor: come antipasto è stato uno spettacolo! Un’imponenza mai vista. Il pomeriggio ha cominciato poi a far buio, e i giochi di luci e ombre tra statue e colonne è stato davvero bello.

Luxor è per antonomasia il regno di Ramses II, che in città, e nelle zone subitanee ha lasciato tutti i suoi ricordi, sotto forma dimonumenti oggi amati e tutti da visitare.

La grandezza che la carica di faraone gli offriva è stata trasmessa in maniera particolarmente evidente in ogni pietra la cui lavorazione sia stata da lui comandata.

Finita la visita al tempio ha cominciato a far buio, e siamo tornati in nave per la cena. Il mattino seguente ci attendevano la Valle dei Re, il Tempio di Medinet Habu e i Colossi di Memnon.

Sveglia all’alba, colazione e traghetto in direzione della riva opposta del Nilo.

Lo spettacolo dell’alba sul Nilo è davvero emozionante.

 

Soprattutto se poi, a gran sorpresa, compaiono nel cielo delle mongolfiere.

Arrivati sull’altra sponda, abbiamo preso un pullman in direzione della Valle dei Re. Lungo il tragitto ci siamo imbattuti nei famosi Colossi di Memnon.

I Colossi di Memnon sono due enormi statue di pietra del faraone Amenhotep III. Le statue sono formate da blocchi

di quarzite che fu scavata probabilmente a Giza (presso la moderna Il Cairo) o a Gebel el-Silsileh, 60 km a nord di Assuan. Raggiungono una considerevole altezza di 18 metri, comprese le piattaforme di pietra su cui sono costruite.

Il nome con cui sono tuttora conosciute queste statue fu coniato dagli storici greci, che le associarono all'eroe mitologico Memnone. Una di esse all'alba emetteva strani suoni, causati dal riscaldamento della roccia, che dagli antichi erano interpretati come il saluto dell'eroe alla madre Eos, dea dell'aurora. Dopo un restauro, effettuato in epoca romana per volere dell'imperatore Settimio Severo, dal 199 d.C. i suoni cessarono di essere udibili.

Ritornati sul pullman, dopo aver combattuto con dei venditori locali che volevano venderci a tutti i costi delle statuette in “basalto” degli dei, non ci siamo più fermati fino alla Valle dei Re.

Per un periodo di quasi 500 anni, a partire dalla XVIII sino alla XX dinastia, ovvero dal 1552 a.C. al 1069 a.C. venne scelta quale sede delle sepolture dei sovrani dell'antico Egitto, quelli che proprio a partire dalla XVIII dinastia prenderanno il nome da Per-Aa, ovvero la "Grande Casa", da cui il nostro termine di Faraoni.

Le tombe che ci hanno fatto visitare sono state solo 3 purtroppo: Ramses I, Ramses III e la famosa tomba di Tutankhamon.

Finita la visita alle tombe della fantastica Valle dei Re, prima di ritornare sul Nilo, ci siamo fermati al Tempio di Medinet Habu, tempio di Ramses III.

 

 

 

 

 

 

 

 

L'importanza di questo edificio è legata anche alla presenza di una lunga iscrizione che descrive le vittorie del sovrano nel confronto con i Popoli del mare.

 

 

Dopo aver pranzato a bordo della nave, il pomeriggio è stato dedicato

alla visita del Tempio di Karnak, dedicato alla triade Amon, Mut e Montu. Un viale di sfingi conduceva dal tempio di Amon alla cinta di Mut. Iniziato da Sestosi I e completato da Amenhotep III e Ramses II, ma in seguito rimaneggiato e decorato da molti sovrani fino all’età

romana, il tempio di

Amon, si innalza all’interno di un enorme recinto. Ciò che affascina maggiormente è la Grande sala, una selva di 134 colonne, disposte su 9 file, luogo più volte utilizzato come ambientazione cinematografica.

Tornati in nave, cena e riposo, per prepararsi per un’altra sveglia forzata, stavolta però per fare foto sul Nilo all’alba.

Mattinata in navigazione, arrivo a Edfu e visita al tempio tolemaico dedicato ad Horus, il dio falco.

È uno dei templi meglio conservati dell'Egitto perché ricostruito ulteriormente fra il 237 ed il 57 a.C., in epoca greco-romana, riprendendo i canoni classici dell'architettura egizia.

 

La città, che oggi risulta estesa su quello che era il lago sacro del tempio, vive di turismo ed è circondata da palmeti, dal deserto e dalle aride montagne di granito.

 

Tornati sulla nave abbiamo continuato con la navigazione fino a Kom Ombo per la visita del tempio doppio dedicato in parti uguali a Sobek, il dio dalla testa di coccodrillo ed Haroeris, altro nome del dio falco.

Terminata la visita al tempio siamo tornati in nave, e abbiamo navigato fino ad Aswan, dove una volta attraccato abbiamo passato la notte. Al mattino ci aspettava un tour panoramico in barca a motore sul Nilo, per ammirare l'Isola Elefantina e il Mausoleo dell'Aga Khan.

Al pomeriggio invece, abbiamo visitato la famosa diga di Aswan.

La diga nuova è un'opera immensa, è lunga 3600 metri e larga 980 metri alla base e 40 sulla sommità, per un'altezza di 111 metri, il volume è di 43 milioni di metri cubi. Le chiuse se aperte al massimo possono far uscire fino a 11000 metri cubi di acqua al secondo.

Il lago artificiale che ha formato, il Lago Nasser ha una superficie di circa 6000 chilometri quadrati, è lungo 480 km e largo fino a 16 km e contiene tra i 150 e i 165 km cubi di acqua.

Più di 90000 persone dovettero lasciare le loro abitazioni per non essere sommerse dal lago.

Prima di ritornare in nave la guida ci ha poi portato a visitare una fabbrica di essenze, tipica della zona, dove noi turisti abbiamo potuto acquistare qualcosa. Io ho acquistato un essenza di eucalipto, davvero ottima. Come ultima cosa prima di ritornare alla base la guida ci ha portato a fare un altro giretto sul Nilo a bordo di una piccola imbarcazione, per farci ammirare i villaggi nubiani delle coste e i giardini botanici. Ed è qui che al tramonto, sono riuscito a fare uno degli scatti migliori di tutta la vacanza:

Ritorno in nave e cena in costume egiziano, comprato ad un mercato di Luxor. Al mattino seguente ci aspettava una gita nel luogo più suggestivo dell’intero Egitto: Abu Simbel!

Il complesso archeologico di Abu Simbel è composto da due enormi templi in roccia ricavati dal fianco della montagna dal faraone Ramses II nel XIII secolo a.C., eretti per intimidire i vicini Nubiani e per commemorare la vittoria nella Battaglia di Kadesh. Tra i molti monumenti eretti dal faraone Ramses II il grande tempio di Abu Simbel è generalmente considerato il più imponente ed il più bello.

Sulla facciata, alta 33 metri e larga 38, spiccano le quattro statue di Ramses II, ognuna delle quali alta 20 metri, in ognuna il faraone indossa le corone dell'Alto e del Basso Egitto, il copricapo chiamato "Nemes" che gli scende sulle spalle ed ha il cobra sulla fronte. Ai lati delle statue colossali ve ne sono altre più piccole, la madre e la moglie Nefertari mentre tra le gambe ci sono le statue di alcuni dei suoi figli, riconoscibili dai riccioli al lato del capo.
Sopra le statue, sul frontone del tempio ci sono 14 statue di
babbuini che, guardando verso est, aspettano ogni giorno la nascita del sole per adorarlo, in origine c'erano 22 statue di babbuini, tante quante le province dell'Alto Egitto, anche se secondo un'altra ipotesi le statue erano 24, una per ogni ora del giorno.

Una delle statue di Ramses è rimasta senza testa, infatti questa è crollata pochi anni dopo la costruzione del tempio a causa di un terremoto ed è rimasta ai piedi della statua. Nel crollo ha distrutto alcune delle statue più piccole che si trovavano nella terrazza del tempio, si tratta di rappresentazioni dello stesso faraone e del dio Horus (falco).

Il Santuario contiene quattro statue sedute che guardano verso l'entrata, che a sinistra a destra raffigurano Ptah (dio dell'arte e dell'artigianato), Amon-Ra (dio del sole e padre degli dei), Ramses II deificato e Ra-Harakhti (il falco con il disco solare). All'epoca queste costituivano le divinità più importanti del panteon egiziano[1]

Qui, grazie all'orientamento del tempio calcolato dagli architetti, due volte all'anno,File:Abu Simbel - Allerheiligstes.jpg il 21 febbraio, il giorno della nascita di Ramses II, ed il 21 ottobre, giorno della sua incoronazione il primo raggio del sole si focalizza sul volto della statua del faraone. I raggi illuminano parzialmente anche Amon-Ra e Ra-Harakhti. Secondo gli antichi egizi i raggi del sole avrebbero così ricaricato di energia la figura del faraone.[2] Il dio Ptah considerato dio delle tenebre non viene mai illuminato.

Dopo lo spostamento del tempio non si è riuscito a replicare questo fenomeno che cominciò a verificarsi il 22 febbraio e il 22 ottobre.Nel 1960 il presidente egiziano Nasser decise l'inizio dei lavori per la costruzione della grande Diga di Assuan, opera che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale.Tale grande progetto rischiava di cancellare numerose opere costruite dagli antichi egizi tra cui gli stessi templi di Abu Simbel. Grazie all'intervento dell'Unesco, ben 113 paesi si attivarono inviando uomini, denaro e tecnologia, per salvare il monumento.I lavori durarono dal 1964 e il 1968 con l'impiego di oltre duemila uomini, guidati da un gruppo di esperti cavatori di marmo italiani[3] provenienti da Carrara (MS)[4], ed uno sforzo tecnologico senza precedenti nella storia dell'archeologia.

A nord del tempio maggiore, a un centinaio di metri, si trova il tempio, scavato nella roccia, dedicato ad Hathor ed a Nefertari moglie di Ramses.


La facciata, larga 28 metri ed alta 12 metri è ornata da sei statue alte 10 metri, tre ad ogni lato della porta di ingresso. Le statue raffigurano quattro volte Ramses e due Nefertari. Ai lati delle statue del faraone ci sono i figli in dimensioni minori, mentre ai lati di Nefertari sono raffigurate le figlie.

Al termine della visita abbiamo fattuo sosta per il pranzo e subito dopo ci siamo imbarcati su un aereo locale per il Cairo, per arrivare poi in un fantastico resort appena fuori città. Nel tragitto dall’aeroporto al resort ho visto da lontano spuntare le cime delle piramidi di Giza: è stato emozionante! Arrivati in hotel abbiamo sistemato le valige e ci siamo rilassati un pò attendendo la cena. Al mattino seguente ci attendeva la visita alla città del Cairo!

Suonata la sveglia, dopo aver fatto un’abbondante colazione, abbiamo preso il pullman in direzione Cairo: la prima tappa era il museo del Cairo, che ospita la più completa collezione di reperti archeologici dell'antico Egitto del mondo. Gli oggetti in mostra sono 136.000 e molte altre centinaia di migliaia sono conservate nei magazzini. Davvero impressionante! la parte più bella e interessante è stata senza dubbio l’area dedicata al faraone Tutankhamon.

Dopo il museo abbiamo visitato la Cittadella, con sosta nella moschea di Mohamed Ali, detta anche Moschea di Alabastro.

Un ricordo indimenticabile è stato poi fare un giro nel famoso mercato di Khan el Khalili: un labirinto di stradine e vicoli sempre affollatissimi. Turisti di ogni nazionalità che si mescolano ad egiziani che vengono qui per fare anche i loro normali acquisti. Cosa si trova a Khan el Khalili? Tutto ciò che la mente umana possa immaginare!

Tornati in hotel, dopo una fantastica doccia e una cena superba, la voglia di prendere un taxi e andare in centro al Cairo era tanta…e così abbiam fatto! Con gran fortuna siamo riusciti a raggiungere le piramidi per assistere ad uno spettacolo fatto con luci colorate e musiche! SPETTACOLARE!!

Non c’è molto da aggiungere, le foto parlano da sè! è stato uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto. Appena fuori dal “teatro” poi, abbiamo trovato anche l'Hard Rock cafè del Cairo, in cui fare tappa per acquistare una t-shirt è un “must”.

mercoledì 29 settembre 2010

Olanda: il Paese dei mulini

Voglio dedicare il primo post di questo mio nuovo blog
all'Olanda, la mia seconda terra. Il tour in Olanda è stato a tutti gli effetti il mio primo tour di una nazione europea.

Chi l'ha visitata non può negare di essersi sentito un pò nel paese delle favole per certi versi: i mulini a vento, case dai tetti a punta, spesso non perfettamente in bolla (tipico ad Amsterdam), i negozietti artigianali di zoccoli in legno, le dighe imperiose e le enormi pianure tappezzate di tulipani (per chi l'ha visitata in primavera) e mucche bianco nere al pascolo; un qualcosa di nettamente diverso dal solito paesaggio europeo.






Kinderdijk
Vi posto i miei scatti migliori, fatti con la mia mitica Canon dell'epoca: cominciamo dal Kinderdijk, la Valle dei Mulini...
Ci troviamo nel sud dei Paesi Bassi, non molto lontano da Rotterdam. Fuori dai centri abitati, nel cuore di una campagna, uno degli innumerevoli canali olandesi è accompagnato lungo i suoi argini da 19 pittoreschi mulini a vento, inseriti nella lista dei Patrimoni dell' umanità dall'UNESCO dal 1997.
 
Una volta parcheggiata l'auto ho percorso a piedi il percorso che costeggiava il canale. I mulini erano uno diverso dall'altro e qualcuno di questi era addirittura ancora abitato. Uno spettacolo, un ritratto perfetto del fascino Olandese.



Il nome Kinderdijk in olandese sta per "Diga dei bambini". La leggenda vuole che durante l'alluvione del 1420 (la più pesante mai avvenuta in Olanda) una culla con all'interno un bambino e un gatto, trasportata dalle acque, andò a depositarsi sulla diga, da cui il nome.

Kinderdijk
Un altro luogo di concentrazione di mulini da non perdere assolutamente in Olanda è Zaanse Schans, una piccola comunità di 40 case non lontana da Amsterdam, sulla banchina del fiume Zaan. Si trova vicino a Zaandjik, nella municipalità di Zaanstad, nell’Olanda Settetrionale. Nel XVIII secolo questa regione era un’area industriale con oltre 700 mulini a vento.




Arrivato nel parcheggio lo scenario è già davvero emozionante: mulini in lontananza la cui immagine è riflessa sull’acqua, pittoreschi ponti che collegano le varie isolette sulle quali si ergono meravigliose e piccole casette in legno con tetto spiovente.
Tra le varie casette sono stati ricavati dei piccoli negozietti di souvenir, e all'interno di uno di questi si può assistere alla completa creazione di un paio di zoccoli ricavati da un tronchetto di legno intero. Imperdibile per un turista in terra d'Olanda!!















Il luogo per eccellenza in cui bisogna andare se si vogliono acquistare un paio di zoccoli è Marken, l'isola degli zoccoli! Si trova nel nord dell'Olanda, ad una mezzoretta di distanza da Amsterdam. Per arrivarci bisogna "attraversare il mare" in auto, guidando su una diga circondata dal mare sia sul lato destro che sul lato sinistro, uno spettacolo mai visto prima. 

le tipiche casette verdi di Marken
La peculiarità di questo antico villaggio di pescatori è che tutte le case sono in legno e verdi come potete vedere.
Pensate che per garantirne l’integrità è concesso di abitare a Marken solo ai discendenti diretti degli antichi abitanti che, ovviamente, sono impegnati a conservare e salvaguardare quanto ereditato.
 
La Venezia d'Olanda, Amsterdam. Forse la città più famosa d'Olanda, ma personalmente credo non sia anche la più bella. Un'architettura sicuramente fuori dalla norma, considerando che l'intera città è stata costruita sopra delle palafitte!

 
stazione di Amsterdam
 
tipiche case di Amsterdam affacciate sui canali
Prima ancora di essere la città dei canali (ben 1.600 canali diramati in tutta la città, considerati dal 2010 Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco), Amsterdam può essere considerata la città delle bici per eccellenza. Basta guardarsi un pò intorno in qualsiasi punto della città, e ci si troverà letteralmente circondati da ciclisti. Ci sono biciclette parcheggiate ovunque, dai marciapiedi, ai bordi dei canali e anche nei fondi dei canali! Addirittura le biciclette vengono utilizzate come taxi in alcuni casi.

strano taxi di Amsterdam
 
Camminando per le vie del centro di può apprezzare lo stile classico architettonico delle case di città olandese: piccole e tutte dislocate in altezza! L'inclinazione delle scale all'interno è a dir poco incredibile! Come potete notare dalle foto alcune case, proprio perchè costruite su delle palafitte, si sono inclinate leggermente con gli anni, in stile torre di Pisa!

nel cuore di Amsterdam
Il castello De Haar è un’altra tappa da non perdere: questo castello ha davvero un aspetto fiabesco! Si trova nella località di Haarzuilens, vicino ad Utrecht; l’origine è medievale e venne ricostruito in stile neogotico alla fine del XIX secolo dall’architetto Cuypers, che si occupo di ricostruire anche il borgo adiacente. La visita degli interni è assolutamente da fare!
 
castello di De Haar
 
castello di De Haar
 
castello di De Haar
cattedrale di Delft
Un paesino che mi ha colpito molto è Dokkum, nel profondo nord dell'Olanda, in Frisia. E' molto semplice, simile ad altri paesi circostanti, ma davvero caratteristico! ha i suoi canali, il suo laghetto e i suoi 2 grandi mulini! Un luogo fuori dal mondo incasinato delle città!



Dokkum
 
Dokkum
Harlingen
Sempre percorrendo la Frisia mi sono imbattuto nella cittadina di Harlingen, un pò più città rispetto a Dokkum, che si trovava proprio difronte alle splendide e selvagge Isole Frisone, inserite dal National Geographic Traveller tra le prime 15 isole più selvagge del mondo.

Harlingen
Scendendo verso sud, rimanendo sulla costa, si arriva ad Urk, un vecchio paesino di pescatori, che riporta parecchio con la mente e con gli occhi al passato dell'Olanda. Un paese di case colorate costruito sugli scogli.
 
Urk
 
Urk
 
Urk
Molto interessante il museo della storia del paesino, con le riproduzioni di classiche scene quotidiane della vita dei pescatori olandesi del luogo.
museo Urk
 
museo Urk
 
museo Urk
 
faro di Urk
Utrecht
 
su un ponte di Utrecht
 
Utrecht
Edam
 
 
Haarlem
Questo viaggio in Olanda non è stato nè il primo e nè di sicuro sarà il mio ultimo…a breve sarò di nuovo nel paese degli zoccoli e dei mulini!